Scarpetta Ordelaffi

SCARPETTA ORDELAFFI (1270 ca.- dopo il 1317)

“La terra che fé già la lunga prova
e di Franceschi sanguinoso mucchio,
sotto le branche verdi si ritrova”.
(Inf. XXVII, 43-45)

Dante menziona gli Ordelaffi, storica famiglia forlivese di fede ghibellina contrapposta ai Calboli nel dialogo con il condottiero ghibellino Guido da Montefeltro, che incontra all’Inferno, menzionando le città romagnole per figurazioni geografiche o araldiche. Le zanne verdi sono infatti quelle del leone  su fondo d’oro dello stemma degli Ordelaffi, che presero il potere a Forlì dopo il lungo assedio e la schiacchiante vittoria ghibellina contro le truppe papali e francesi nel 1282.

Durante i primi anni dell’esilio del Poeta, suo ospite e Signore di Forlì è Scarpetta Ordelaffi, “gentile uomo di Furlì” (nelle parole dello storico fiorentino Dino Compagni, Cronica II, 28), molto vicino a Maghinardo Pagani, alla cui morte senza eredi maschi era subentrato nel governo della città. Scarpetta è molto vicino anche agli Ubaldini  per la fede politica ghibellina e il matrimonio con Chiara Ubaldini da Susinana, dalla quale non ha avuto figli.

Erede di Maghinardo anche nel ruolo di Capo della Lega ghibellina di Romagna, il 12 marzo 1303 parte dal castello di Montaccianico alla testa di un esercito composto da altri ghibellini e guelfi bianchi fuoriusciti per riconquistare il Castello di Pulicciano, già degli Ubaldini e poi caduto in mani fiorentine. Probabilmente tra le fila del suo esercito c’è anche Dante, suo protetto e segretario, che già ha combattuto a Caprona e a Campaldino nel 1289.

Per due volte Scarpetta ospita Dante a Forlì, in veste di consigliere e di segretario (epistolarum dictator): nel 1303 e nel 1310, in concomitanza con la prevista discesa di Arrigo VII in Italia, quando Dante avrebbe scritto a Cangrande della Scala per deplorare l’atteggiamento negativo dei fiorentini di fronte alla venuta dell’imperatore.

Un dipinto ottocentesco del pittore forlivese Pompeo Randi in collezione privata mostra Dante che cerca di convincere Scarpetta a muovere guerra contro Firenze (1854).

Dante cerca di persuadere Scarpetta Ordelaffi a muovere contro Firenze a capo dei fuoriusciti romagnoli e toscani. In questo dipinto del 1854 di Pompeo Randi, Dante cerca l’appoggio dell’Ordelaffi contro i guelfi. Dante in quel periodo era infatti esule e fu ospitato a Forlì nel marzo del 1303 dall’Ordelaffi, vir nobilis et ghibellinorum in Forlivio princeps. Dante ricoprì l’incarico di epistolarum dictator, una sorta di consigliere dell’Ordelaffi
(fonte: Wikimedia Commons)